Lotte nel gruppo Stellantis
Negli ultimi 12 anni la famiglia Agnelli/Elkann ha destrutturato l’intera impalcatura industriale del settore automotive, continuando a incassare dividendi miliardari e a drenare quantità gigantesche di denaro pubblico dei lavoratori. Contemporaneamente sono decine di migliaia, tra licenziati e cassintegrati, le lavoratrici e i lavoratori che stanno pagando a caro prezzo la deindustrializzazione in Italia e le delocalizzazioni produttive.
Dapprima la nascita di FCA, poi la fusione col gruppo Peugeot che ha dato vita a Stellantis, multinazionale dell’automotive a traino francese, e da ultimo la vendita di Iveco, sono le principali stazioni di una «via crucis» percorsa solo dagli operai, gli unici a pagare questa crisi economica e strutturale del sistema capitalista.
Il blocco pressoché totale della produzione italiana, la delocalizzazione produttiva in Serbia e Polonia, nonché lo smantellamento immobiliare, oggi sono realtà palesi e innegabili: a nulla serviranno le rivendicazioni di piani industriali e di garanzie occupazionali; è dal secolo scorso che la Fiat annuncia piani industriali falsi per ricevere soldi pubblici sotto forma di finanziamenti, incentivi e ammortizzatori sociali!
Le notizie più recenti ci raccontano di richieste di trasferta in Serbia agli operai di Mirafiori e Pomigliano, presentate dalla dirigenza come «opportunità». Quello che non dicono è che stanno chiamando gli operai italiani perché gli operai serbi si stanno rifiutando di lavorare per meno di 800 euro al mese.
Di fronte a questo quadro devastante le direzioni dei sindacati confederali hanno la responsabilità di aver disinnescato le lotte e assecondato — per anni! — gli annunci finti di Stellantis: solo a disastro compiuto stanno denunciando la gravità della situazione e l’impatto devastante sull’intero indotto, ma ben si guardano dall’organizzare uno sciopero nazionale di tutto il settore.
L’unica soluzione è radicalizzare le lotte e unirle tra loro in tutti i settori, superando le divisioni sindacali, seguendo l’esempio delle operaie e degli operai organizzati nella Flmu-Cub (ex Slai Cobas) e nella Usb di Atessa e Cassino, da tempo uniti nelle lotte, anche e soprattutto in risposta ai licenziamenti politici di Francesca Felice e Delio Fantasia, avanguardie operaie in prima fila nella lotta per i diritti dei lavoratori. Serve costruire un fronte unico e conflittuale di lotta, ma soprattutto serve costruire un partito rivoluzionario su scala internazionale, in grado di essere riferimento politico e intervenire nelle lotte, contrastando i tradimenti di classe di riformisti e opportunisti sindacali.
Il 7° Congresso del Pdac esprime solidarietà alle operaie e agli operai Stellantis e impegna il partito nel sostegno incondizionato di tutte le iniziative di lotta che seguiranno