![]() | Bertinotti va al governo con i banchieri e i nemici dei lavoratori e dei movimenti di Francesco Ricci Abbiamo fatto la scissione da Rifondazione e iniziamo la costruzione di un nuovo partito comunista. Questa frase riassume un fatto che è di importanza fondamentale non solo per ognuno di noi. Riassume una scelta collettiva di migliaia di compagni e di compagne che dopo aver animato per quindici anni il Prc oggi si preparano a ricominciare il lavoro della rifondazione separandosi dalla scelta governista e anti-operaia di Bertinotti. Mentre scriviamo queste righe, allontanandoci per qualche decina di minuti dal lavoro incessante che abbiamo iniziato e che assorbe ogni attimo di queste giornate frenetiche ma entusiasmanti, possiamo fermarci a osservare quanto sta succedendo, e questo momento che (noi estranei a ogni retorica) definiamo senza esitazione: storico. |
La componente di Rifondazione comunista che fa capo a Francesco Ricci minaccia di scissione se sarà votata la fiducia a un governo Prodi, ''voluto e sostenuto dalla Confindustria''.
Il gruppo 'Progetto comunista-Rifondare l'opposizione dei lavoratori' è nato dalla divisione dell'area che faceva capo al trotzkista Marco Ferrando.
L'appello chiede ''ai parlamentari eletti per il Prc di non votare la fiducia al governo Prodi''. ''L'auspicio - prosegue l'appello - e' che perlomeno i parlamentari delle minoranze interne raccolgano quest'invito e facciano mancare i numeri per la fiducia a Prodi''.
''Occorre salvaguardare l'opposizione comunista al governo Prodi'', e ''se non ci saranno immediatamente passi indietro da parte di Bertinotti promuoveremo fin da subito la scissione'', affermano i dissidenti, certi che ''una parte significativa dei militanti del partito'', nonché ''la gran parte dei giovani del Prc così come tanti attivisti sindacali e di movimento accoglieranno il nostro appello a salvaguardare l'opposizione comunista''.
Se l'invito non sarà accolto, la costituente per ''un nuovo partito comunista'' sarà lanciato da un'assemblea nazionale a Roma, sabato 22 aprile, ''proprio mentre Bertinotti - sottolinea il comunicato - deciderà i nomi dei ministri del Prc nel comitato politico nazionale''.
(fonte Ansa)
RIFONDIAMO UN PARTITO COMUNISTA
PER GARANTIRE L'OPPOSIZIONE DI CLASSE
E L'ALTERNATIVA ANTICAPITALISTICA
Roma - sabato 22 aprile (dalle ore 13)
Hotel Universo - via Principe Amedeo, 5
(a 500 mt dalla stazione Termini)
Interventi di ex dirigenti di Rifondazione Comunista e dei Giovani Comunisti che hanno rotto col Prc governista di Bertinotti.
L'Unione vince ma non convince. Rifondazione-Sinistra europea al governo con mani e piedi legati. L'urgenza di rifondare l'opposizione dei lavoratori.
di Antonino Marceca
L'Unione ha vinto, seppur di misura, lo scontro elettorale, l'alternanza borghese alla guida del governo è salvaguardata. Romano Prodi, assieme a tutti i dirigenti dei partiti che compongono l'Unione, ha respinto la proposta di grande coalizione avanzata da Berlusconi e si è impegnato per "un governo politicamente e tecnicamente forte" in grado di durare l'intera legislatura, fiducioso della pace sociale grazie alla concertazione assicurata dalla sinistra di governo e dai sindacati concertativi.
![]() | LA SINISTRA INTERNA E' PRONTA A ROMPERE COL PRC GOVERNISTA DI BERTINOTTI E LANCIA L'APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO PARTITO COMUNISTA GIOVEDI' 13 APRILE CONFERENZA STAMPA A ROMA
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A pochi giorni dal voto una cosa è certa: la borghesia italiana vincerà le elezioni e dalle urne uscirà un nuovo "governo amico" dei padroni. Molto probabilmente si tratterà di un governo dell'Unione, sicuramente (qualunque dei due schieramenti elettorali vinca) di un governo anti-operaio. |
di Francesco Fioravanti
Quella di sabato 18 marzo può sicuramente considerarsi una giornata storica per ciò che riguarda le vicende politiche italiane degli ultimi decenni: mai un presidente del consiglio era sembrato così distante dagli umori dei vertici confindustriali, mai si era vista divampare in questo modo una polemica che fotografa perfettamente lo stato dei rapporti fra la coalizione di centro-destra, che aspira a riconfermarsi alla guida del paese, e la grande borghesia italiana, bisognosa, al contrario, di un nuovo referente politico in grado di risollevare le sorti di un capitalismo italiano che sempre più difficoltà incontra nel fronteggiare la concorrenza di economie meglio attrezzate nella corsa alla conquista di nuovi mercati. Lo scontro fra Della Valle e Berlusconi prodottosi sabato a Vicenza non ha fatto altro che rendere ancora più esplicito ciò che ormai sembra chiaro ai più: la frattura fra i vertici economici del paese e la coalizione di centro-destra è divenuta insanabile, il programma delle classi dominanti non coincide più con quello delle forze politiche che sostengono l'imprenditore di Arcore.